La freccia del tempo
La freccia del tempo di Martin Amis
trad. di Ettore Capriolo
Mondadori, I ed. Piccola Biblioteca Oscar, marzo 1996
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In un moto a ritroso, sconvolgente e perfetto, la vita di Tod Friendly scorre sotto gli occhi di un "sé-altro", un "passeggero" annidato nell'intimo del protagonista, una coscienza che ne registra le sensazioni, che "ricorda" ciò che sarà senza poter agire nel comportamento. La freccia del tempo ha invertito il giro: dalla morte, da un'anonima vecchiaia nella provincia americana, alla fuga a Lisbona dopo la seconda guerra mondiale, all'attività di medico ad Auschwitz, fino all'infanzia e al ritorno nell'utero materno. La prospettiva è capovolta, e con essa il segno morale degli eventi. La realtà della storia è novità, sorpresa, "allarmante" divertimento. Tutto è spezzettato, massacrato, ironizzato. ogni cosa è familiare ma non rassicurante. E in questo procedere all'indietro, in cui nulla ha più un minimo alone di sacro, di rituale, di reale, si svelano nuove pieghe della tragicommedia umana.